Ansia e paura: innata o appresa?

A tante persone sarà capitato di avere uno spavento e provare paura ed ansia perché un cane è comparso all’improvviso nel cancello di un giardino abbaiando ferocemente.
Si tratta di uno stimolo intenso e improvviso che ha generato una risposta di ansia automatica e non appresa (queste sono le paure innate). Mentre le paure apprese sono quelle in cui la persona ha un esperienza negativa diretta o indiretta con lo stimolo fobico (essere stati aggrediti da un animale, aver rischiato di soffocare, essere rimasti intrappolati, essere stati vittima di un incidente automobilistico…); sono esperienze intense e durature che hanno messo a rischio la vita o l’incolumità della persona, generando un’ansia così forte da indurre una fobia per la situazione stessa; infatti, studi sperimentali hanno dimostrato che ciò che si apprende non è la paura in sé ma ad aver paura degli stimoli specifici (stimolo fobico).
Per esempio, la ripetuta associazione di un forte rumore con la presenza di un topo, genera la risposta di apprendimento in cui non solo il rumore ma anche la sola presenza del topo genera allarme nella persona.
Ci sono anche della paure apprese in maniera indiretta, vedendo lo spavento o ansia in una persona significativa (madre per il bambino), in cui il vedere la madre spaventata dal topo genera nel bambino la stessa paura verso lo stesso stimolo (apprendimento per osservazione). Le paure possono essere apprese anche per via culturale (fantasmi, mostri, entità).
Per queste ragioni si ritiene che la maggior parte delle paure sono apprese, fatta eccezione per quelle relative a stimoli intensi, improvvisi e pericolosi per la sopravvivenza della specie (forti rumori, fuoco, terremoto ecc…)
Come di solito viene affrontata l’ansia e la paura?
Le strategie di fronteggiamento della paura più utilizzate dall’essere umano sono la fuga e l’evitamento ma, purtroppo, proprio queste strategie fanno in modo che l’ansia e la paura vengano mantenute per la volta successiva.
Sono delle strategie adattive ma diventano disfunzionali per togliere la fobia, poiché la portano ad un consolidamento e mantenimento.
Un disturbo d’ansia dove risulta particolarmente evidente il meccanismo di mantenimento del disturbo attraverso l’evitamento di stimoli avversi, è la fobia specifica (ragni, aereo, ascensore….).
La fobia specifica è caratterizzata da un’ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione a un oggetto o situazione: animali, ambiente (altezze, temporali, acqua), sangue o ferite, situazionali (ascensori, aereo) di altro tipo (soffocare, vomitare, malattie). Tra le fobie più diffuse in età evolutiva troviamo:
- Paura del buio (29%)
- Della scuola (24%)
- Dei cani (16%)
- Altri animali (8%)
- Altezza (8%)
- Insetti (8%)
- Ascensori (5%)
- Luoghi chiusi (3%)
- Acqua (3%)
- Aghi (3%)
- Tubi (3%)
- Imbalsamazione (3%)
(ricerca di Strauss e Last)
L’intervento più efficace per diminuire questa paura importante e invalidante è l’esposizione graduata e controllata allo stimolo fobico. Cercare di non mettere in atto comportamenti reattivi come la fuga e l’evitamento aiuta affinché possa avvenire una desensibilizzazione verso lo stimolo fobico e questo possa così diventare innocuo per la persona.
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