Intensità emotiva in adolescenza

L’intensità emotiva degli adolescenti e dei giovani adulti: un turbinio di emozioni
L’adolescenza è un momento di grande cambiamento per i ragazzi che coinvolge anche i loro genitori: cambiano le aspettative dei ragazzi, i loro bisogni, le priorità, i comportamenti ed inizia a manifestarsi una grande intensità emotiva.
Anche a livello cerebrale è un momento di grande mutamento: l’inizio dell’adolescenza coincide con l’aumento della capacità di pensare in modo più astratto, di comprendere meglio le differenze tra i vari contesti e situazioni, di fare le proprie scelte personali e capire le prospettive altrui. Inoltre, gli adolescenti riescono a proiettarsi di più nel futuro e a fare ragionamenti più complessi e articolati di quanto non facessero già in precedenza.
Fisiologicamente, nel periodo che va dai 10 ai 24/26 anni, il cervello dei ragazzi attraversa un momento di sviluppo molto intenso. Le aree del cervello che si occupano delle risposte razionali e strategiche sono le protagoniste di tale sviluppo, mentre i centri emozionali attraversano un periodo di grande attività e fervore. Questa concomitanza di eventi, talvolta, può indurre nei ragazzi comportamenti apparentemente immotivati ed esagerati, come ad esempio improvvise esplosioni di rabbia (che si riscontrano frequentemente nei ragazzi di questa fascia di età).
Intensità ed escalation emotiva
L’intensità emotiva durante l’adolescenza può rivelarsi frustrante e in alcuni casi addirittura devastante tanto per il ragazzo che la sperimenta, quanto per i suoi genitori.
Molto spesso gli adolescenti sono confusi ed hanno un umore e un comportamento altalenanti. In alcuni momenti possono rifiutare del tutto il genitore, mentre in altri momenti possono richiederne l’attenzione esclusiva, ponendogli mille domande volte a trovare una soluzione ai loro problemi.
Il genitore può sentirsi anch’esso confuso, spaesato o addirittura impotente di fronte ai comportamenti e alle richieste dei ragazzi.
Durante l’adolescenza, molto spesso, l’intensità emotiva ha un grande impatto sul comportamento e sulle decisioni; comprendere le emozioni aiuterà sia il genitore che il ragazzo a gestirle in modo sicuro ed efficace; inoltre, più il ragazzo prova emozioni forti e profonde, più saranno sfidanti nei confronti dei genitori e manifesteranno la loro emotività in maniera prorompente.
Questa intensità e tensione emotiva che si traduce in repentine reazioni aggressive o esagerate (passare da 0 a 10 in pochi secondi), viene definita escalation emotiva.
Quali sono i fattori di vulnerabilità per l’escalation emotiva?
Ci sono delle situazioni e dei fattori che rendono il ragazzo più vulnerabile alle emozioni intense e possono portarlo a reagire in maniera impulsiva e negativa. I fattori più frequenti sono:
- Fatica
- Fame
- Malattia
- Mancanza di esercizio fisico
- Cambiamento di routine
- Persone o luoghi per loro stressanti
- Poca piacevolezza o poca attività ricreativa
- Sentirsi inefficaci o incompetenti
- Impatto ormonale
- Problemi con i coetanei
- Sentimenti di isolamento
- Preoccupazione per le prestazioni scolastiche
- Incertezza sulla propria identità
- Delusioni personali
- Paura di deludere le persone importanti per loro
- Cambiamenti (sia negativi che positivi)
- Elevata reattività ai comportamenti degli altri
Queste situazioni possono mettere a dura prova sia il ragazzo che i genitori. A volte possono scatenare escalation emotive reciproche che rendono complicata la gestione del rapporto e/o il riappacificamento.
I pensieri influenzano le emozioni
Nel processo di modulazione delle emozioni e dei comportamenti, i pensieri hanno un ruolo fondamentale; ci sono alcune tipologie di pensiero che aumentano le emozioni negative, soprattutto quando diventano pervasivi e persistenti. Alcuni sono come dei virus che producono malessere e senso di insoddisfazione. Di seguito riporto un elenco di alcuni di essi:
- Pensieri svalutanti riguardo se stessi e riguardo gli altri, che generalizzano un comportamento o un idea su sè o sugli altri, rendendolo una caratteristica immodificabile e personale (es.: sono stupido, brutto, cattivo, ecc…);
- Pretendere/esigere: pensare che ogni cosa sia dovuta usando i verbi dovere, volere, esigere, ecc… all’imperativo anziché al condizionale;
- Ingigantire un evento accaduto e pensare che questo porti a conseguenze catastrofiche e immodificabili;
- Auto-prospettarsi uno scenario disastroso esagerando con l’uso di avverbi assolutistici: mai, sempre, tutti, nessuno, ecc…;
- Interpretare erroneamente eventi e situazioni, come ad esempio pensare che un comportamento dell’altro sia intenzionale anche quando non lo è, credere alla sfortuna e alla mala sorte, addossarsi eccessive colpe o addossarle agli altri, credere che non si possa cambiare;
- Avere una visione deterministica e assolutistica di sé, degli altri e del mondo.
In tutto questo turbinio di pensieri ed emozioni, come si colloca il genitore? Cosa può fare? Cosa può essere d’aiuto per i genitori e per i ragazzi? Ne parleremo nel prossimo articolo!
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