Terapia online e terapia tradizionale: due mondi a confronto

Nonostante la terapia online esistesse già da molti anni, soltanto durante il periodo emergenziale per Coronavirus il grande pubblico ha conosciuto ed ha iniziato a praticarla. A seguito di questa improvvisa e vastissima espansione sono nati diversi studi per provarne l’efficacia e confrontarla con la terapia tradizionale, ovvero la terapia vis-a-vis.
La terapia online è stata definita come “una nuova modalità terapeutica improntata all’assistenza e alla cura della sofferenza psichica attraverso le vie virtuali”, che utilizza il mezzo di internet per collegare il professionista con l’assistito. Già dai primi anni 2000 i terapeuti di tutto il mondo la utilizzavano, anche se molto limitatamente, soprattutto per casi di mobilità limitata del paziente, restrizioni temporali, logistiche e fisiche di vario genere.
Cosa dicono gli studi sull’efficacia della terapia online
La ricerca negli anni ha dimostrato che l’efficacia della terapia online è la stessa di quella tradizionale soprattutto nei casi di depressione da lieve a moderata, ansia, agorafobia, terapia con adolescenti, disturbi sessuali, dipendenze, disturbi alimentari, ecc…
La terapia tradizionale rimane trattamento d’elezione per i disturbi depressivi gravi, ideazione suicidaria con condotte pericolose, disturbi di personalità gravi, disturbi dell’esame di realtà (patologie per cui è raccomandata la terapia in presenza o la possibilità di avere contatti con il paziente sul suo territorio o i familiari in caso di pericolo di vita).
La terapia online beneficia inoltre di un “effetto di disinibizione online”, per cui le persone nel web tendono ad esprimersi e agire più spontaneamente e autenticamente che di persona, poiché si sentono più a loro agio con il professionista, facilitando l’alleanza terapeutica ed il raggiungimento degli obiettivi della terapia stessa.
Per esempio, nei giovani, la seduta virtuale incute meno timore soprattutto nell’affrontare tematiche particolarmente delicate come la sessualità o le dipendenze, argomenti per cui i giovani preferiscono la terapia online e riescono ad aprirsi di più con il terapeuta.
La ricerca, inoltre, ha provato che l’approccio terapeutico più indicato per praticare la terapia online è quello cognitivo comportamentale. Infatti, nella terapia con approccio cognitivo comportamentale si stanno aprendo nuovi scenari per la cura e il benessere della persona, come l’utilizzo della realtà virtuale per il trattamento dell’ansia, delle fobie e dell’agorafobia. Il VRET (Virtual Reality Exposure Therapy), per esempio, tratta proprio questi disturbi attraverso la realtà virtuale con risultati sorprendenti e estremamente efficaci per la riduzione veloce dei sintomi fobici ed evitanti di alcune patologie.
Conclusioni
Riassumendo, i benefici della terapia online per il paziente sono essenzialmente l’accesso facilitato per tutti, l’effetto di disinibizione online e la maggiore flessibilità di tempo e orari per il paziente.
Per quanto riguarda i contro della terapia online possiamo dire che, fermo restando la predilezione della terapia tradizionale per il trattamento di alcune patologie gravi, i lati negativi riguardano aspetti tecnici come la possibile difficoltà dell’accesso a internet o eventuali problemi di linea oppure assicurarsi di utilizzare sempre canali crittografati.
La terapia online porta una vera e propria rivoluzione nel settore della sanità e del benessere, la decisione del se e quando utilizzarla spetta al professionista e al paziente. Il nuovo non cancella il vecchio, ma lo integra in maniera più efficace e funzionale alla specificità dell’individuo.
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