La psicoterapia cognitivo comportamentale è oggi uno degli approcci psicoterapeutici più conosciuti e più utilizzati nel mondo ed uno dei pochi la cui efficacia è stata scientificamente provata.
Obiettivo della psicoterapia cognitivo comportamentale
L’obiettivo della psicoterapia cognitivo comportamentale è di studiare e curare con strumenti psicologici (come il dialogo, la relazione terapeutica, le tecniche di apprendimento, etc.) i problemi emotivi e comportamentali delle persone. Per farlo si avvale di metodi e tecniche adattabili alle caratteristiche e alle necessità del singolo individuo.
L’approccio della psicoterapia cognitivo comportamentale
Ci sono alcuni elementi caratteristici che ne definiscono il tipo di approccio di questo trattamento:
- la durata della psicoterapia è relativamente breve, soprattutto se confrontata con quella dell’approccio psicoanalitico;
- gli incontri, generalmente, hanno una frequenza settimanale e durano mediamente 50 minuti;
- la terapia mira, in prima istanza, a risolvere i problemi di cui la persona attualmente soffre (come si usa dire in linguaggio psicoterapeutico il “qui ed ora”);
- il lavoro è centrato soprattutto sull’analisi e sul cambiamento delle convinzioni e dei modi di pensare che causano sofferenza e sullo sviluppo di comportamenti nuovi e più adattivi;
tra un incontro e l’altro il paziente svolge in autonomia specifici esercizi concordati in seduta con il terapeuta.
In tutte le fasi della terapia è fondamentale la collaborazione tra terapeuta e paziente. Vengono stabiliti insieme gli obiettivi ed il terapeuta impronta le strategie e gli interventi più adatti al caso specifico.
Le tappe del percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale
Qualunque sia il motivo per cui si decide di intraprendere la terapia, il percorso prevede invariabilmente alcune tappe fondamentali:
- la definizione del problema
- la scelta degli obiettivi
- la messa a punto della strategia terapeutica
- la condivisione del contratto terapeutico
- l’intervento per raggiungere l’obiettivo concordato
- la conclusione del trattamento
L’importanza degli obiettivi scelti
Nella maggior parte dei casi, il momento migliore per concludere la psicoterapia è rappresentato dal raggiungimento dell’obiettivo concordato nelle fasi iniziali. Alcuni esempi di obiettivi della terapia sono:
- Eliminazione di un sintomo (per esempio una fobia);
- Superamento di uno stato d’animo pervasivo e spiacevole (per esempio tristezza e pessimismo);
- Cambiamento di un comportamento disfunzionale (per esempio difficoltà sessuali o nei rapporti affettivi o sociali).
Mantenimento dei risultati nel medio-lungo termine
Nella psicoterapia cognitivo comportamentale, si lavora anche per il consolidamento ed il mantenimento dei risultati ottenuti. Una chiusura affrettata dalla terapia può infatti aumentare il rischio di ricadute. Alcuni pazienti, tuttavia, pur essendo soddisfatti dei risultati ottenuti, ritengono utile “saperne di più”, “andare più a fondo”, capire “come mai” in quel preciso momento della loro vita hanno avuto proprio quel tipo di problema.
In questi casi è possibile attuare una ristrutturazione cognitiva che, attraverso l’analisi della storia personale, porta alla ricostruzione delle modalità con cui si sono formate nell’infanzia, e confermate nel corso della vita, alcune convinzioni “di base” relative all’immagine di sé, agli altri e al mondo. Queste convinzioni, di cui non si è pienamente consapevoli, guidano i comportamenti, orientano le scelte, determinano le reazioni emotive. Da esse possono derivare anche, sulla spinta di specifici eventi (come una separazione, un cambiamento lavorativo o una delusione), quelle reazioni disfunzionali che sono l’oggetto della psicoterapia.
Sebbene una psicoterapia implichi comunque l’acquisizione di un metodo che si continuerà ad utilizzare autonomamente nel corso delle vita, è sempre possibile che gli eventi richiedano una temporanea ripresa del rapporto terapeutico per approfondire e fronteggiare eventuali nuovi problemi.
Fonte: Istituto di Psicopatologia, Roma